jornalistas vs. bloggers
Un blog in ogni casa mette a nudo i nostri Re
In un certo senso, i giornalisti hanno sempre avuto vita facile. Tutto ciò di cui hanno bisogno è una buona dose di energia, curiosità e capacità di scrivere un pezzo leggibile su richiesta. L'eleganza dello stile è forse un di più, di certo una qualità meno importante della capacità di fornire analisi convincenti e dell'accuratezza nell'accertare i fatti. Un tempo i giornalisti erano, o avrebbero dovuto essere, professionisti che cercavano di fare bene il loro lavoro. La loro buona fede professionale era attestata dalle istituzioni per le quali lavoravano, che non avrebbero sopportato di essere prese per bugiarde e truffatrici.
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I confini tra notizia e spettacolo si sono gradualmente assottigliati non solo per quanto riguarda la televisione, ma anche per la carta stampata. La trasformazione più rilevante consiste nel fatto che Internet, con i suoi milioni di blog personali, ha privatizzato le notizie, mentre i principali media («Msm» nel gergo dei blog) sono diventati giganti corporativi. Le conseguenze della privatizzazione, anche per gli Msm, sono state drammatiche. I grandi media hanno imboccato la strada della cautela e della mitezza. La compiaciuta certezza di essere parte dell'establishment non lascia molto spazio a condotte irresponsabili. Smascherare il volto del potere è un compito lasciato ai tabloid popolari o ai giornali satirici. Ora che chiunque può avere accesso a un pubblico sulla rete, i blogger sono diventati i principali oppositori dell'establishment.
Ian Buruma, Corriere della Sera
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