crónica de um futuro que não aconteceu

Come dirlo? A te, sopratutto.
Come farti capire quello che a volte credo sia

impossibile capire;
impossibile spiegare.

Farò il meglio che posso. Sempre l'ho fatto. Ti l'ho promesso,

ti ricordi?

No... forse non te l'ho detto. Forse eri soddisfatto così, senza sapere come stavo dentro. Perciò non te l'ho detto. A te bastava.

A me no.

Sempre sei stato poco. Non ridere... è vero, lo sai. A dirti la verità, credo che non sarai mai sufficiente. Colpa tua, non mia. Non hai mai voluto darmi quello che chiedevo,

che pregavo.

Quello che hai sempre detto

"è tuo".

Non sei mai stato mio perchè non sai cos'è essere di qualq'uno. Sei di te stesso e solo questo mi ha fatto innamorare di te. Perchè non sei di nessuno. Ed io credevo che un giorno ti avrei sentito dire

"sono tuo".

Alla fine sempre parlo nel futuro. Solo perchè un passato non lo abbiamo.

Bugia.

Abbiamo tutto un passato fatto di parole di canzoni come quella che ho sentito al tuo fianco e che mi fa sempre pensare al giorno in cui ho creduto per la prima volta che

forse eri tu qui cercavo.

Ancora lo penso, mi credi? Sempre con la certezza che lo faccio solo perchè mi fa male pensar il contrario.
Un giorno mi hai detto che ero il tuo sogno.

Bugia?

No... solo parole di canzoni. Che non bastano. Mai. E che solo servono di compagnia tutti i giorni che non ci sei. E nelle sere. Nere.